Buon compleanno, Wavuvi!

13 01 2012

Dopo un anno di progetto si tirano le somme e si valuta il lavoro fatto fino ad ora, grazie alla visita della cooperante Chiara al Cast. Le attività, nonostante qualche contrattempo, sembrano proseguire nel migliore dei modi. La costruzione delle barche per la pesca in alto mare terminerà questa settimana e sono state acquistate le bilance per pesare il pesce…mancano solo le reti! C’è fermento tra i pescatori che da scettici ora sono diventati entusiasti e impazienti di iniziare le formazioni per la pesca in mare aperto, oltre la barriera corallina! Leggi il seguito di questo post »





Tra gamberi e coralli

4 11 2011

Finalmente si vedono i primi risultati!
Tra i mesi di settembre ed ottobre, presso una delle due comunità in cui sta svolgendo il progetto pilota di silvofishery, Ihaleni, le 4 vasche per l’allevamento di gamberi sono ufficialmente terminate e..”sono già state messe al lavoro”.
L’esperto di acquicoltura, Muli, ha tenuto una formazione sul campo per istruire la comunità sulle tecniche di raccolta, trasporto e stoccaggio dei semi dei gamberi e…detto fatto! I primi 1500 gamberi stanno crescendo in una delle vasche. Trascorsi sei mesi raggiungeranno le dimensioni adeguate alla commercializzazione. La comunità ha dimostrato ancora una volta il suo entusiasmo lavorando senza sosta: per sostenersi in questi mesi, durante la raccolta dei piccoli di gamberi, sono stati raccolti anche gamberi adulti destinati alla vendita immediata ai turisti che in questo periodo iniziano ad affollare la costa di Kilifi. Per quanto riguarda le nostre Bmu (associazioni di pescatori), nel mese di ottobre Roka, Wesa e Uyombo hanno iniziato le formazioni sulla gestione sostenibile delle risorse marine. Le formazioni sono seguite ad una ricerca realizzata a settembre, durante la quale è stato analizzato l’impatto delle tecniche usate attualmente sui coralli, sulla barriera corallina e in generale su tutto l’ecosistema costiero. Grazie alle formazioni, i pescatori sono stati istruiti sulle attuali leggi che regolamentano la pesca e sensibilizzati sull’importanza della gestione sostenibile delle risorse peschiere al fine di non condizionare negativamente l’habitat marino. Le formazioni si svolgeranno anche nel mese di novembre e ci aspettiamo che l’impegno e la partecipazione restino alti.

Elisa Volpin
Coordinatrice del progetto in Italia





Gestione sostenibile delle risorse marine

25 10 2011

Questa settimana è finalmente iniziata un importante parte del progetto wavuvi: le formazioni sulla gestione sostenibile delle risorse marine. Nelle scorse settimane, gli esperti del Kmfri, l’istituto di ricerca del Ministero dello Sviluppo Peschiero, hanno rilevato quali tecniche di pesca utilizzano i nostri pescatori e valutato la loro insostenibilità ed i danni ambientali che causano. In collaborazione con lo staff del Cast hanno quindi organizzato le formazioni, che stanno prendendo avvio proprio in questi giorni. Il tema di queste formazioni sarà la difficile relazione tra attività umane e l’ecosistema marino in modo che i pescatori prendano coscienza delle loro responsabilità nella tutela della risorsa in questione. Oltre a ciò verranno formati sull’attuale legislazione peschiera per far capire loro quali pesci (dimensioni e quantità) si possono pescare e si proporranno alternative per una pesca sostenibile ed efficace.

Ci auguriamo che la partecipazione sia alta, vi terremo informati!

Elisa Volpin
Coordinatrice del progetto in Italia





Le Bmu si regolarizzano

30 09 2011

In queste settimane le Bmu – le associazioni di pescatori – hanno raggiunto un altro importante traguardo.
Lo staff del Cast ha tenuto una significativa riunione con tutti i chairman dei villaggi beneficiari. L’obiettivo dell’incontro è stato descrivere nel dettaglio le attività del progetto che si terranno nei prossimi mesi. Sono stati inoltri affrontati i problemi e chiesta una maggior partecipazione e supervisione dei chairman all’interno dei villaggi (ordinare in maniera ottimale i registri, organizzare e classificare l’equipaggiamento a disposizione..). Obiettivo dello Staff del Cast è stato proprio renderli responsabili in prima persona del progetto. A conclusione della riunione si è raggiunto un grande risultato: tutti i Chairman hanno firmato l’agreement –una sorta di contratto di impegno- con il Cast! Da questo momento la collaborazione dovrà essere rispettata nei tempi e nelle modalità prestabilite, e la partecipazione dovrà essere al massimo durante tutte le nostre attività. Inoltre è stato chiesto loro di trovare una struttura adatta e sicura in ogni Bmu: gli equipaggiamenti che il Cast fornirà loro sono in arrivo e vogliamo essere sicuri che saranno ben custoditi e utilizzati nella maniera migliore. Ma le belle notizie non finiscono qui: in queste settimane ci sono state le elezioni volute dal governo kenyota per costituire un “umbrella”, un’associazione, di tutte le Bmu della costa; questo servirà per organizzare e monitorarne le attività. Leggi il seguito di questo post »





Analisi di impatto ambientale sul campo

22 08 2011

E si riparte con le attività sul campo!
Questo mese è dedicato all’attività sull’ ecosystem analysis: ovvero si tratterà di capire quali metodi di pesca vengono utilizzati e il loro impatto sull’ecosistema. La partenza è stata tragicomica: tutto e tutti pronti per cominciare…peccato che nessuno si fosse ricordato di un dettaglio essenziale: l’inizio delle nostre attività coincideva esattamente con l’inizio del Ramadam! Errore nostro! Quindi abbiamo passato una prima settimana a convincere tutti quanti dell’importanza dell’attività e che fosse necessario iniziare il prima possibile questa indagine.  Per fortuna la fermezza di Faith, esperta di sensibilizzazione comunitaria, ancora una volta ha salvato l’attività: ha convinto tutti, a parte due Bmu, concordando che anche i pescatori che seguono il Ramdam avrebbero potuto partecipare ugualmente e che avremmo lasciato il riso apposta per loro per la sera.
Io e Scholar, antropologa di progetto, stiamo così passando ogni giorno sul field tra le comunità con Emmanuel, esperto del Kmfri – partner di progetto – per recuperare tutti i dati necessari. Emmanuel collabora con noi per aiutare le diverse BMU a capire l’impatto che i metodi di pesca da loro impiegati hanno sull’ecosistema marino e cercare quindi di migliorare le varie tecniche dei pescatori attraverso dei corsi di formazione specifici. Si inizia – come sempre ormai! – da Takaungu,la Bmupiù attiva: organizzati, seri e interessati a conoscere sempre qualcosa di nuovo per migliorare le loro attività. Con nostra grande sorpresa, però, abbiamo trovato anche in Roka un’altra ottima Bmu: il nuovo Chairman sta facendo veramente un ottimo lavoro e complessivamente sono quelli che hanno partecipato di più durante il focus group. In tutte le Bmu abbiamo chiesto che partecipassero almeno 12 pescatori agli incontri di raccolta dati; con nostra grande sorpresa abbiamo potuto notare la presenza di diverse donne, delle quali alcune partecipavano attivamente. Leggi il seguito di questo post »





Riorganizziamoci … ma pole pole!

5 08 2011

Sono passati i primi sei mesi dall’inizio del progetto ed è ora di iniziare a vedere come procedono i lavori e a che punto sono le varie attività.
Si passano così queste giornate in ufficio, a fare meeting per confrontarsi e passarsi le informazioni, si sistemano i dati, c’è chi prende confidenza con il computer e chi invece impara nuovi programmi per essere più efficiente. C’è aria di cambiamento e la concentrazione sembra maggiore: tutti hanno capito l’importanza di rispettare le scadenze del progetto. Intanto si fa il planning di agosto: mese impegnativo per tutti, ci sono tante nuove attività da dover iniziare. Si preparano così le attività per i focus group per studiare l’impatto dei metodi di pesca sull’ecosistema, in cui verremo affiancati da Emmanuel l’esperto del KMFRI (Kenya Marine Fishery Research Institute) il quale analizzerà i dati raccolti e aiuterà per l’organizzazione di workshop formativi. Esther, l’esperta di pesca, si prepara per partire: passerà alcuni giorni sul lago Victoria per incontrare i pescatori locali; si dice siano molto ben organizzati per cui si spera di imparare da loro e fare uno scambio di informazioni con i nostri pescatori. Io e Scholar, la nuova antropologa, ci prepariamo per iniziare lo studio di genere sulle donne: definiamo metodi, prepariamo interviste, ci dividiamo i lavori e poi ci si confronta e si prepara tutto assieme. Faith e Mugira, gli esperti di sensibilizzazione comunitaria, raccolgono e sistemano i dati in maniera che tutti quanti possiamo avere le informazioni necessarie su ogni BMU, mentre Paul, il contabile, impara ad usare un nuovo programma per migliorare il lavoro amministrativo e per fare i report finanziari. In tutto questo Chiara, la coordinatrice del progetto, tiene le redini di tutti noi: controlla, legge, modifica e con pazienza risponde a tutte le domane che le poniamo.
La collaborazione in ufficio davvero non manca: ci si confronta e ci si aiuta, si chiedono consigli e si traduce insieme dall’inglese allo swahili… pole pole (piano piano) inizio a parlarlo anche io! Noi siamo pronti e tutto è organizzato, speriamo di coinvolgere con lo stesso entusiasmo anche le donne e gli uomini dei nove villaggi!

Beatrice Mazzeo
Tirocinante per il Cast in Kenya

 





Le nuove barche, il futuro sostenibile dei pescatori

26 07 2011

“Abari, new titanic building, please” ecco la prima frase delle mie mattine qui a Kilifi: così chiedo al conducente del tuc tuc di portarmi all’ufficio del Cast. Per chi non avesse mai avuto il piacere di provarlo, il tuc tuc è il folle mezzo con cui tutti si muovono in questa zona, da Malindi a Mombasa. E’ un’ape car coloratissima, piena di adesivi e plastiche colorate. Se si sta molto attenti, si nota anche che spesso sono tematiche, e allora si scorge il conducente tifoso dell’Arsenal che riempie il suo mezzo di adesivi e colori della squadra inglese, il religioso che scrive citazioni della bibbia sui – ben pochi – vetri e persino l’appassionato di Gattuso, ebbene si!  Il tuc tuc corre ad una velocità folle nell’intricato traffico di Kilifi, accanto a me si intrecciamo matatu (i pulmini) e i boda boda, le moto, con 2 o 3 passeggeri a bordo. Le strade ti fanno sobbalzare che quasi preferisci le strade di terra battuta, quasi meno piene di buche rispetto alle poche in asfalto…io mi porto dietro sempre un libro … ma ovviamente è impossibile leggere!
Eccoci all’ufficio e dopo i saluti di rito siamo pronti a partire, oggi è una grande giornata: finalmente i chairman delle bmu si riuniranno insieme per la prima volta per osservare e, siamo sicuri, criticare, commentar e analizzare il loro futuro, ossia le barche per la pesca in alto mare.
I costruttori sono arrivati da Lamu, i chiodi da Pemba, la legna da numerosi villaggi circostanti, insomma, in queste 2 barche, che stanno nascendo dalle migliori risorse naturali della regione costiera del Kenya, si ripongono grandi speranze. Si sacrifica una capra di buon auspicio e il lavoro può iniziare. Ogni parte della barca, mi spiega Faith – membro dello staff Cast – necessita di un particolare tipo di legno che poi grazie all’acqua e al fumo viene modellato dagli esperti artigiani al lavoro, secondo le necessità. E’ un lavoro lungo e delicato, un solo errore e la legna si rompe e ovviamente bisogna ricominciare. “Sono troppo corte” dice il chairman della bmu Kilifi Center, “no, sono troppo basse” dice quello di Kuruwito, “per me vanno bene” dice l’illuminato chairman di Takaungu, la punta di diamante tra le nostre Bmu. Il lavoro si preannuncia lungo e la mediazione difficile ma stiamo costruendo una nuovo modo di pescare, un nuovo stile di vita, migliore e più sostenibile quindi l’importante è il risultato. Si continuerà a discutere fino al calare del sole sul creek di Kilifi ma siamo sicuri che il risultato sarà degno della grande aspettativa che tutti noi riponiamo in questo progetto.

Elisa Volpin
Coordinatrice del progetto in Italia – attualmente in missione in Kenya





Al lavoro nelle BMU – Beach Management Units

21 07 2011

C‘ è grande fermento tra le Beach Management Units (Bmu), le organizzazioni di pescatori beneficiarie del progetto Wavuvi. Da Mtwapa fino a Bofa è tempo di elezioni e rinnovamento. Un vento di cambiamento soffia tra le barche di legno dei pescatori e increspa le onde del creek. Durante le due settimane appena trascorse, in tutte le Bmu di Kilifi si sono svolte le elezioni ed è stato eletto un nuovo comitato e un nuovo Chiarman, e se è vero che in Africa un leader carismatico può cambiare le cose, le speranze dei pescatori – ma anche dello staff del Cast – sono riposte su questi nuovi leader.
Le elezioni le hanno chieste loro stessi, la necessità è nata in seguito alla prima formazione tenuta dallo staff locale sul rafforzamento istituzionale delle loro organizzazioni, su cosa fossero e a cosa realmente servissero; evidentemente il messaggio è stato trasmesso forte e chiaro e ora anche i pescatori sperano in un reale cambiamento di rotta.
L’utilità del lavoro svolto da Faith e Mugira (i nostri esperti di sensibilizzazione) è palpabile e salta subito agli occhi quando le persone ti raccontano quanto hanno voglia di collaborare non solo tra di loro, ma anche con il Cast. Le loro richieste ora si fanno più forti: tecnologie più moderne e una formazione adeguata. Ora pretendono il salto di qualità, hanno grande consapevolezza del degrado delle loro risorse marine: “ci sono meno pesci perché ci sono troppi pescatori” non fanno che ripeterti “peschiamo anche i pesci troppo giovani, non va bene” continuano. E’ l’educazione la componente che sembra interessare maggiormente, perché le reti e le barche vanno utilizzate nel modo corretto. La strada è quella giusta, lunga ma in discesa.

Elisa Volpin
Coordinatrice del progetto in Italia – attualmente in missione in Kenya





È un continente troppo grande per poterlo descrivere…

19 07 2011

È un continente troppo grande per poterlo descrivere. E’ un vero e proprio oceano, un pianeta a parte, un cosmo eterogeneo e ricchissimo. E’ solo per semplificare, per pura comodità ce lo chiamiamo Africa. In realtà, a parte la sua denominazione geografica, l’Africa non esiste.                                                                      “Ebano”, R.Kapuscinski

In soli pochi giorni ti rendi conto di quanto sia vera questa affermazione.
Per lo meno è quello che questa terra rossa trasmette al primo impatto. Si presenta eterogenea, diversa in ogni strada, in ogni negozio, bancarella, in ogni persona che incontri. E’ un vero mondo da scoprire che penso non smetterà mai, nel bene e nel male, di stupire e sorprendere.
E ci troviamo così, catapultate in un mondo parallelo a Kilifi con Chiara, la cooperante italiana che segue il progetto, meravigliosamente più africana che mai! E ci insegna a muoverci per le strade, a scoprire le bancarelle in cui prendere frutta e verdura e dove poter mangiare un boccone a pranzo: polenta, chapati, fagioli e riso…tutto rigorosamente con le mani. E guai a chi si pulisce: i tovaglioli di carta servono solo per asciugarsi le mani a fine pasto!
Inizia pian piano la nostra avventura e scoperta di questi luoghi, iniziamo a vedere e farci vedere nei villaggi: ognuno con una sua storia, ognuno con una sua peculiarità, ognuno con un suo comportamento, unici e mai uguali: trovi così chi è più silenzioso, chi invece è già più comunità e partecipa e scherza con noi, e trovi anche chi ti offre una noce di cocco! E poi trovi con meraviglia il villaggio in cui le donne possono parlare e dire le loro opinioni fino ad arrivare a quello in cui le donne sono invisibili.
Nella loro diversità tutti hanno apprezzato di vedere Elisa – la coordinatrice in Italia del progetto – si sono sentiti seguiti e hanno capito l’importanza dell’aiuto che si può dare, trasmettendo interesse nel progetto stesso e ammirando la serietà, accompagnata sempre da bei sorrisi, della “capa” italiana! Siamo state con loro ore intere a parlare e capire i loro bisogni, sedute a terra al loro fianco, o percorrendo strade per noi impossibili per mostrarci le loro ricchezze naturali di cui vanno fieri, come le tartarughe di cui vedi solo per un secondo, se sei fortunato, la testa apparire in mezzo alle onde dell’oceano. E ancora passare con loro una giornata di avventura totale: attraversare a piedi scalzi un terreno pieno di granchi, sprofondare nel fango fino alle ginocchia e seguirli mentre mostrano orgogliosi il fossato scavato in mezzo alle mangrovie, per finire con l’arrivo improvviso dell’alta marea e nuotare perdendo l’orientamento.
Eppure l’Africa è magica: perché non ti arrabbi, non ti preoccupi e continui a fare tutto parlando e ridendo, imparando da loro cosa vuol dire stare calmi. Ci sarà tanto da imparare e so che questo è solo un minimo assaggio rispetto alle sorprese che ogni giorno questa terra ti regala.
E infine essendo comunque questo un posto di mare, trovi gatti in ogni angolo di strada (e capre!) e non essendo affatto indifferenti (e perché non c’è mai abbastanza da fare) ci siamo presi l’impegno di accudirne uno anche noi!
…welcome home MIKOKO!

Beatrice Mazzeo
Tirocinante per il Cast in Kenya





Corsi di formazione nelle BMU

21 06 2011

Il progetto sta ormai marciando sulle proprie gambe!
In questi primi mesi di attività ci si è impegnati nell’analisi dei bisogni formativi delle  singole organizzazioni di pescatori (BMU – Beach Management Unit); infatti, solo conoscendo il livello di partenza delle conoscenze dei beneficiari, è possibile darsi da fare per organizzare e realizzare degli incontri utili ed efficaci affinchè gli obiettivi del progetto vengano raggiunti.

Come mostra la foto qui al lato, già nel mese di aprile sono iniziate le formazioni. In particolare si sono organizzati degli incontri su come rafforzare le comunità di pescatori a livello istituzionale e su come occuparsi di pesca sostenibile.

Cercare di riuscire a cambiare alcune abitudini forse non sarà facile per tutti.
Ma ci auguriamo che il desiderio di cambiare le cose per il bene comune sia più forte della comodità della consuetudine.