La prima volta che ho messo piede in Tanzania era il 2007, non ci volevo proprio andare! Sono passati 13 anni da allora, e, non solo ci sono tornato, ma la Tanzania è entrata a far parte della mia vita come un amico caro. Non importa quanto distante sia, o da quanto tempo non vi vedete, sai che sarà sempre li per te, e tu ci sarai per lui.
È proprio in Tanzania che ho conosciuto il CAST e i suoi progetti, ed è proprio di uno di questi che vi vorrei parlare oggi. Il progetto Terminalia – capirete poi il perché di questo nome – è incominciato nel 2015, quando un’azienda italiana, Indena, ci ha chiesto di fare una indagine sul territorio per valutare la presenza di specie vegetali da cui estrarre principi attivi utilizzabili dall’industria farmaceutica e cosmetica. Questa azienda voleva assicurarsi che lo sfruttamento delle risorse naturali fosse “sostenibile”; una parola che abbiamo preso molto seriamente e alla quale abbiamo voluto dare la massima importanza, per assicurarci che questa sostenibilità fosse reale, per tutti!
Dalle nostre ricerche è emerso che in Tanzania cresce spontanea una pianta arborea che si chiama Terminalia sericea. Si tratta di un albero estremamente comune in diversi paesi dell’Africa Sub-Sahariana che viene utilizzato dagli abitanti delle zone rurali per la produzione di legna da ardere e di carbone per uso domestico, depauperando la foresta e il territorio. Non si sapeva ancora che questa pianta al suo interno contenesse un principio attivo denominato “sericoside”, che ha delle proprietà farmacologiche e può essere impiegato dall’industria cosmetica, la cui richiesta è in forte aumento. Ma ecco una difficoltà da superare: questo principio attivo è contenuto principalmente nella corteccia delle radici e, per procurarselo, è necessario tagliarle, causando così la morte dell’intero albero.
La collaborazione vincente tra profit e non profit in questo campo ha dato i suoi frutti su più fronti. In 4 anni siamo riusciti a mettere in piedi un sistema di raccolta innocuo per la pianta, rispettoso dell’ambiente e dei lavoratori! In una prima fase abbiamo sperimentato una raccolta controllata delle radici, sottraendo alla pianta solo alcune delle branche radicali senza interferire con la vitalità dell’albero. In seguito, abbiamo condiviso questo metodo con i contadini tanzaniani.
Ed ecco il risultato: si sono create opportunità di lavoro per decine di contadini e allo stesso tempo si è incentivata una forma di raccolta che protegge il territorio e la biodiversità!
Recentemente sono stato in Tanzania per vedere di persona i progressi delle attività del progetto, perché, oggi, oltre alla raccolta della Terminalia abbiamo potuto avviare nuove attività collaterali, come la produzione del miele, e di alberelli per la riforestazione. Per assicurare sostenibilità al nostro intervento ci siamo affidati ad una ong tanzaniana, – Action for Community care – che grazie alla conoscenza del territorio mantiene i rapporti con i beneficiari e le autorità locali e ci fornisce il supporto logistico e amministrativo necessari affinché tutto sia regolare e trasparente.
Proprio in questi giorni, stanno distribuendo i materiali per la realizzazione di orti scolastici in 3 scuole primarie di Dodoma, ed entro la fine di febbraio distribuiranno ulteriori arnie ai nostri apicoltori, così gli studenti avranno nuovi alberelli da piantare per rendere più verde la città, migliorare la qualità dell’aria e preservare le fonti idriche, e gli apicoltori miele per il mercato e api per proteggere la biodiversità!
Seminiamo dunque sostenibilità in più campi, e potete darci una mano anche voi, contribuendo nella misura che preferite, sapendo che, nel caso di questo progetto, all you seed is love (tutto ciò che semini è amore).
Riccardo Panichi
Per più dettagli visitate il sito: http://www.cast-ong.org/nel-mondo/africa/terminalia/